di Michele Monteleone
Batman è il supereroe più figo del mondo. Questa è una verità incontrovertibile. Principalmente, perché sì. Ora che abbiamo chiarito che ho chiaramente ragione su questo punto, possiamo passare all’articolo vero e proprio. Ecco a voi tutte le versioni di Batman arrivate su grande schermo e le più importanti passate sul piccolo.
Negli anni, precisamente dal 1943, il rapporto tra la creazione di Bob Kane e il cinema è stato quello di un amore a prima vista. Le sue radici profondamente pulp, l’ambientazione delle sue prime storie tipicamente metropolitana, hanno fatto sì che fosse il candidato perfetto per un adattamento, battendo di un quinquennio anche il ragazzone in calzamaglia, al secolo Superman (che però era già approdato al cinema con una serie di corti animati che, ancora oggi fanno cadere a terra la mascella).
Nel 1943 è Lewis Wilson che mette il primo cappuccio del Cavaliere Oscuro, che interpreterà per 15 puntante in un serial cinematografico che, se vi state chiedendo cosa sia, è esattamente il nonno di una serie tv e il prozio dell’universo cinematografico della Marvel, una serie di film in sequenza che venivano proiettati al cinema. La storia ruota attorno al temibile Dottor Daka, emissario di un gruppo di sabotaggio giapponese e pronto, lo dice lui, a “distruggere le forze democratiche negli Stati Uniti e rimpiazzarle con il Nuovo Ordine“. Per fare ciò, nella piena tradizione della narrativa pulp, si avvarrà dei trucchi più teatrali e coreografici possibili che vanno dall’impiego di zombi elettronici, una pistola a raggi in grado di polverizzare qualunque cosa e uno dei grandi classici dell’epoca (che personalmente continuo ad adorare): la botola che cela un pozzo brulicante di coccodrilli affamati. Negli anni quaranta esce un altro serial che vede protagonista il pipistrello, questa volta la storia si incentra sul tentativo di Batman di fermare uno scienziato pazzo che ha inventato un radiocomando con il quale può muovere a distanza qualunque veicolo trasformandolo in un’arma. A differenza di quanto si potrebbe pensare e sperare considerata la trama del film, Batman ancora non possiede una Batmobile, ma per la prima volta incontra e salva una delle sue fiamme storiche: Vicki Vale.
Bisogna aspettare il 1966 per rivedere sul grande schermo l’eroe mascherato, tratto dalla famosa serie tv anni sessanta e interpretato da Adam West, Batman: The Movie è probabilmente tra le più strane trasposizioni del cavaliere oscuro a cui è abituato il pubblico del post Year One di Miller. La pellicola di sveste delle cupe atmosfere delle trasposizioni degli anni quaranta e passa da essere un noir con forti radici nel pulp e invece finisce per rispecchiare in pieno lo stile camp dell’epoca. I nemici che affronta sono altrettanto colorati e grotteschi e l’inserimento di gigantesche onomatopee che sottolineano l’azione, concorrono a creare quella strana, eppure riuscita, atmosfera che caratterizza la serie. Serie che mette in campo la prima batmobile e le prime trasposizioni dei villain più famosi.
Batman si prende una lunga vacanza dalla ribalta cinematografica, ma torna in grande stile nel 1989 e poi successivamente nel 1992 con Batman e Batman il ritorno, diretti da Tim Burton e interpretati dall’unico uomo che rimane Batman anche dopo aver levato la maschera, Michael Keaton. Il casting è teoricamente sbagliatissimo, Keaton è troppo basso, non ha certo il fisico statuario di Bruce Wayne, inizia già stempiarsi e… funziona perfettamente. È una stranissima alchimia quella che porta i due film a diventare dei cult perché se li guardate da vicino, soprattutto il primo, non ha davvero nessun senso narrativo e ve lo dice un ex bimbo che lo ha riguardato ogni giorno per i due anni seguenti all’acquisto del VHS. Però a dispetto di una trama che oggi verrebbe fatta a pezzi dai social, la duologia di Burton, grazie anche al suo eccezionale lavoro su Gotham e al suo gusto del gotico riescono ancora ad affascinare lo spettatore. La Batmobile, anche se notoriamente ha bisogno di sparare un rampino ogni volta che deve fare una curva, è probabilmente il singolo elemento di design di un film su Batman più amato e riconosciuto dai fan. Aggiungiamo a questo le incredibili interpretazioni di Keaton, Nicholson nei panni di Jocker, DeVito in quelli di Pinguino e Michelle Pfeiffer, la più affascinante catwoman immaginabile, e… si fottano le critiche alla follia di una trama che LETTERALMENTE permette a Batman di sconfiggere Joker grazie alla simulazione di un pompino da parte di Vicky Vale (se pensate stia scherzando è da troppo tempo che non rivedete il primo Batman).
Tra un film e l’altro della gestione Burton, nel 1992, invade gli schermi televisivi una delle serie animate più influenti di sempre, Batman the animated series. Batman viene riportato alla sua originale ambientazione in una Gotham di fine anni quaranta e lo straordinario lavoro di Bruce Timm sui character e le sceneggiature di autori come Paul Dini, immortala per sempre nella mente dei bambini di un’intera generazione l’immagine del vigilante di Gotham. Tra i tanti meriti della serie, oltre a quello di riuscire ad affrontare la narrazione di storie narrativamente complesse e riuscire a renderle chiare e appassionanti per un pubblico di adolescenti, c’è anche quello di aver creato l’eterna, grazie alle matite di Timm e la penna di Dini, il personaggio ormai leggendario di Harley Quinn. La serie è un successo di pubblico e ridefinisce, come spesso succederà nella storia di Batman, il personaggio. Nel 1993 il successo della serie arriva al punto che la Warner decide di produrre un film animato rilasciato nei cinema dal titolo Batman: The Phantom Mask. Nella pellicola, ambientata anni prima del primo episodio della serie televisiva, vengono narrate vicende precedenti la nascita di Batman e il rapporto tra Wayne e una sua ex amante, Andrea Beaumont.
Negli anni ’90 uscirono altri due film live action dedicati al pipistrello e sebbene Batman il Ritorno fosse stato un successo per la critica e gli incassi al botteghino, alla Warner decisero di affidare la pellicola a qualcuno meno imprevedibile di Burton (ironia della sorte che ora venga chiamato dalla Disney per girare i live action dei loro classici animati) e chiamare invece a dirigere il regista americano Joel Schumacher che realizza Batman Forever. Il recast di Batman è uno dei più strani di sempre, Val Kilmer che per quanto sia un bel pezzo d’uomo e non deve mettere i tacchi per guardare negli occhi i cattivi, è innegabilmente, inequivocabilmente… BIONDO. E sì, sto facendo il fan scemo che non accetta il casting di un attore anche solo leggermente diverso dal personaggio originale, ma il pezzo lo sto scrivendo io e voi vi beccate le mie lamentele su un Bruce Wayne biondo. Che poi sono biondo anche io, quindi la mia critica è al di sopra di ogni sospetto di faziosità. Detto questo, il film riceve critiche altalenanti e viene fatto notare che tutto sembra un po’ finto e “giocattoloso” (giuro che l’ho letto in una recensione di un critico americano e mi trovo d’accordo con lui). A dispetto delle mie obiezioni su film e resa dei costumi e degli ambienti, Batman Forever fa un sacco di soldi al botteghino, superando Burton a destra e assicura a Schumacher un altro giro con il personaggio.
Nel 1997 a due anni di distanza da Batman Forever, esce Batman & Robin. Val Kilmer racconta di avere problemi di tempistiche per via dell’accavallamento delle riprese de Il Santo e viene rimpiazzato con George Clooney. Ora, ad anni di distanza, tutti noi sappiamo che la verità è che Val aveva visto i capezzoli disegnati sul suo costume da Batman e si era rifiutato di prendere parte al film per questo, ma comunque facciamo tutti finta di credergli. Clooney invece affronta a testa alta la partecipazione al film che diventerà il centro di praticamente qualunque battuta inerente George per gli anni a venire, e stiamo parlando dell’uomo che ha quasi sposato la Canalis. Comunque tornando al film, la pellicola come al solito vede nei ruoli dei villain delle star di rilievo che in questo caso sono Arnold Schwarznegger dipinto di argento e Uma Thurman con le ciglia finte più imbarazzanti della storia.
Passano parecchi anni e le proposte scartate dalla Warner per nuovi film su Batman si impilano sul tavolo della casa cinematografica. Scartato il seguito di Batman & Robin, Unchained, la cui data d’uscita era prevista per il 1999 e lo spin-off dedicato al solo Robin, Schumacher propone alla Warner prima un adattamento di Year One, famoso ciclo scritto da Miller e disegnato da Mazzucchelli che fondamentalmente ha riscritto le origini del pipistrello per come le conosciamo ancora oggi. Eclissato anche il progetto legato alle origini di Batman, è il momento del no a DarkNight, un film scritto sulla falsa riga de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, graphic Novel sempre a opera di Miller. Nel frattempo però in televisione qualcosa si muove e, nel 1999 gli autori della prima serie animata su Batman, Paul Dini e Bruce Timm, realizzano Batman Beyond, in Italia uscito con il titolo di Batman of the future. La storia si ambienta in una Gotham del futuro in cui Bruce Wayne non dirige più la sua compagnia e non veste più i panni del pipistrello. Il nuovo difensore di Gotham è Terry McGinnis, un adolescente figlio di un ex impiegato di Bruce che il vecchio milionario decide di addestrare. Il cartone fu inizialmente creato per un pubblico adulto e infatti i temi trattati e il tono della narrazione sono decisamente più dark del suo predecessore, questo naturalmente non mi vieta di adorarlo alla follia anche se in teoria all’epoca teoricamente sarei troppo piccolo per capirlo. Non sono l’unico ad amarlo e la Warner lo riconferma per tre lunghe stagioni da cinquantadue episodi e mette in cantiere anche un film live action che però è l’ultimo progetto scartato prima dell’arrivo della trilogia di Nolan.
Nel 2005 dopo una lunga serie di progetti scartati, quasi arrivati in produzione, ma poi abbandonati, arriva nei cinema una nuova incarnazione dell’eroe di Gotham. L’intuizione della produzione è mettere il pipistrello nelle mani di una voce autoriale come quella dell’inglese Christopher Nolan. Quella di Nolan è praticamente una gestione familiare della serie di film: lui dirige, il fratello Jonathan scrive, la moglie Emma produce. Il primo film, Batman Begins, finalmente porta al cinema le origini del personaggio che paradossalmente, erano mancate in tutti i film sopraelencati, lo mette contro la sua nemesi Ra’s al Ghul in coppia con lo spaventapasseri. Il topos del film è decisamente più cupo e drammatico dei precedenti e la ricerca di realismo viene trasmessa anche dall’utilizzo praticamente nullo della CGI. La scelta di portare Batman in un mondo più simile possibile al nostro prosegue e si intensifica nel secondo capitolo della saga in cui la Gotham si spoglia anche di quei pochi elementi gotici e futuristici inseriti nel primo per diventare la moderna Chicago. Batman più che un supereroe è un addestratissimo soldato e anche la Batmobile perde ogni suo vezzo per diventare un imponente carro armato. La nuova visione sul personaggio imposta da Nolan, le interpretazioni di Christian Bale nei panni di Batman e di Heath Ledger in quelli del Joker, valgono al film un successo planetario, diventando uno dei film con i maggiori incassi della storia del cinema. Nolan, come promesso sin dall’inizio, chiude il suo ciclo con un terzo film che riannoda i fili della vicenda cominciata con Begins e facendo confrontare il cavaliere oscuro con lo spettro della sconfitta e della morte.
Siamo al 2014, sono passati due anni dall’ultimo film di Nolan, la Marvel ha iniziato a mettere in piedi il suo universo cinematografico, la Warner invece mette in cantiere un paio di film che non partono e finisce per lasciarci a digiuno di Batman per un bel po’. Per fortuna però c’è la LEGO. Infatti nel 2014, Phil Lord e Christopher Miller danno vita all’universo lego con The LEGO Movie in cui confluiscono quasi tutte le proprietà che ha in licenza la casa dei mattoncini. Il film è spassosissimo, ma la vera star è un meraviglioso Batman. Come in ogni buona parodia si capisce che gli autori conoscono profondamente il personaggio e la trasposizione che ne fanno è tanto convincente che nel 2017 il nostro eroe lego ottiene un film tutto per sé.
Sempre nel 2014 parte la serie televisiva prequel del Batman che noi tutti amiamo (tutti, chi dice di no, lo fa solo di nascosto). Gotham fa fondamentalmente lo stesso lavoro di sottrazione di Gotham Central, storica serie a fumetti dedicata al dipartimento di polizia della tetra città culto del pipistrello. Il focus è spostato da Bruce Wayne, che nella continuity della serie è solo un bambino, su Gordon, l’uomo che, proprio insieme al Cavaliere Oscuro, cercherà di ripulire Gotham. Le storie che compongono il lungo arco narrativo della serie si divertono a scavare nelle origini dei villain e dei comprimari di Batman e lo fanno con una certa capacità, schivando le trappole di una caratterizzazione grossolana come succede ad esempio su Arrow. L’ho trovata una piacevole sorpresa che, senza toccare le vette di precedenti interpretazione di Batman, si riesce comunque a scavare un ruolo importante nella sua mitologia.
Nel frattempo nel 2016 viene scelto Ben Affleck per essere l’ultimo attore in carne e ossa a interpretare Batman. Il popolo della rete, che notoriamente è composto da utenti più miopi di Mister Magoo, gridano allo scandalo, Ben Affleck che si è già fatto un paio di giri di giostra ad Hollywood, passando da promettente sceneggiatore con un oscar sul comodino a vent’anni, a idolo mascellone delle teenager, a l’attore più premiato ai razzie award, a regista premiato e amato dalla critica, se ne frega altamente, mette su cinquanta chili di muscoli e in Batman v Superman, diretto da Snyder, dà un’eccezionale interpretazione di Bruce Wayne, infilato in uno splendido costume che ricorda quello disegnato da Miller per The Dark Knight Return. Tutto sommato sembra che il pubblico di internet abbia parlato troppo presto. Come al solito. Il Batman di Affleck torna nel film della Justice League che ha una lavorazione decisamente complessa caratterizzata da reshooting e riscritture nel tentativo di inserire il tono comico dei film Marvel all’interno della pellicola.
In Italia però l’ultimo film di Batman ad arrivare è Batman Ninja, un lungometraggio animato realizzato in coproduzione con il Giappone. Il film, realizzato da Takashi Okazaki, creatore di Afro Samurai, trasporta Batman nel Giappone feudale insieme ai suoi alleati e nemici. A seguito di un esperimento fallito realizzato da Grood all’interno della prigione di Arkham, Batman viene spedito indietro nel tempo, ma arriva a destinazione in “ritardo” rispetto ai suoi nemici che hanno già preso il controllo del Giappone e se lo contendono come fossero signori feudali. La pellicola in pieno stile giapponese non rinuncia a nessuna stranezza e idea fuori dagli schemi regalando assurde sequenze di lotte tra palazzi in stile Giappone feudale trasformati in enormi robot e scontri con le katane sui tetti. Diversi stili si alternano per la durata del film che sembra quasi essere una versione condensata di una serie televisiva, con tanto di stacchi tra un “episodio” e l’altro. Il risultato è un prodotto particolare che riesce a essere interessante tanto per un appassionato del pipistrello, quanto per un fan dell’animazione giapponese.
Nel frattempo però siamo rimasti orfani del Batman di Ben Affleck. Infatti, mentre in un primo momento gli era stato affidato il nuovo film dal titolo provvisorio di The Batman, in cui avrebbe ricoperto il doppio ruolo di attore e regista, attualmente il nostro si è allontanato dal progetto come regista, ma rimane invece legato alla pellicola in veste di attore. Rimane il dubbio su quale sarà il destino del pipistrello, ma ormai la storia ci ha insegnato che basta avere fede e aspettare… il Cavaliere Oscuro tornerà.
Potete scaricare la vostra copia digitale di Batman Ninja cliccando sui seguenti link:
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